martedì 5 aprile 2016

Dylan Dog: La macchina umana

Nel prossimo numero ( n° 365, in uscita il 29/04/2016) anche Dylan Dog sarà alle prese con  l'incubo dell'ordinaria routine impiegatizia.



Editore: Sergio Bonelli
Titolo: La macchina umana
Uscita: 29/04/2016
Soggetto: Alessandro Bilotta
Sceneggiatura: Alessandro Bilotta
Disegni: Fabrizio De Tommaso
Copertina: Angelo Stano


Può la quotidianità disumanizzare l'uomo rendendolo "macchina" ?

Ai lettori di Dylan Dog l'ardua sentenza.

mercoledì 30 marzo 2016

Homework #10: La macchina nella società contemporanea

La macchina nella società contemporanea

Il termine macchina identifica genericamente un qualsiasi artefatto atto a svolgere una determinata funzione che risulterebbe naturalmente preclusa all'uomo.
La macchina nasce quindi come mezzo di potere. Nella "lotta" contro la natura, la macchina dà abilità che possono essere associate alla divinità o alla magia (si pensi allo stupore che poteva generare migliaia di anni fa la padronanza del fuoco o dell'arco). Negli scontri tra uomini è invece determinante per cambiare gli equilibri di battaglie e guerre. E' noto per esempio come la rapida ascesa degli Ittiti fosse legata alla produzione delle prime armi in Acciaio (Età del Ferro, tardo II millennio a.C.).

Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia.
(Arthur C. Clarke)


Il termine macchina così come lo conosciamo oggi compare nella tragedia greca, in particolare con Euripide. In questo contesto l'espressione "Deus ex Machina" viene coniata per indica l’apparizione di una divinità, realizzata a teatro mediante un meccanismo che ne permetteva la discesa dall’alto. Questo intervento divino permetteva di decidere una situazione altrimenti irrisolvibile secondo i classici principi di causa ed effetto.
Per estensione, tale locuzione è andata ad indicare un evento o un personaggio che, nel corso di una narrazione, ne risolve inaspettatamente gli intrecci.


Il termine mekhane (dal greco, poi tradotto nel latino machina) viene quindi coniato per indicare uno strumento in grado di donare potere a chi lo utilizza, e viene inizialmente utilizzato in riferimento a macchine belliche (spesso balistiche). La sua connotazione resta però marcatamente negativa.
Prometeo per esempio è punito da Zeus per aver donato il fuoco agli uomini (Adesso gli uomini monteranno in superbia e si crederanno simili a noi, gli immortali). E  Luciferoportatore di luce (della conoscenza) è punito da Dio per aver tentato di usurparne il ruolo.
La macchina dà potere nei confronti della natura e origina quindi irrispettosità e superbia nell'uomo.

 

A questa definizione di macchina come strumento contro-natura, si opporrà a partire dalla prima rivoluzione industriale la macchina come ingenium (engine - Charles Babbageinizo 1800 ), semplice espressione dell'ingegnosità e della creatività umana.
Ciò ribalta il rapporto tra uomo e macchina: la macchina è ora il risultato di conoscenza e tecnologia al servizio dell'uomo, al fine di migliorarne le condizioni di vita.
Questa è la moderna e forse utopistica visione della macchina.
Come il confine tra causa ed effetto, tra utilizzatore ed utilizzato, è spesso tanto sottile da renderli indistinguibili, però, così risulta labile la distinzione tra uomo e macchina.
"cogito ergo sum" è la formula con cui Cartesio esprime la certezza indubitabile che l'uomo ha di sé stesso; è la consapevolezza del raziocinio, che dovrebbe differenziarlo da animali e macchine.
Ma sempre più spesso la tendenza è quella di meccanizzare l'uomo ed umanizzare la macchina.

La civiltà sta producendo macchine che si comportano come uomini e uomini che si comportano come macchine.
(Erich Fromm)

 
                           man Vs machine                                             man & machine

Negli anni immediatamente successivi alla seconda rivoluzione industriale per esempio, Frederick Winslow Taylor nella sua monografia del 1911 The Principles of Scientific Management, teorizza il lavoratore ideale come asservito alla macchina.
La presenza di macchinari sempre più specializzati nelle fabbriche, determina infatti la sostituzione degli operai di mestiere con operai dequalificati, una semplice appendice della macchina.
Ne è una chiara applicazione la catena di montaggio, introdotta da Henry Ford negli anni '10.
Allargando i concetti di massimizzazione dell'efficacia e dell'efficienza della fabbrica, anche all'uomo, considerato al pari di una macchina, è affidato lavoro altamente ripetitivo e meccanico; ciò provocò effetti stressanti ed alienanti e in alcuni casi anche disturbi motori agli operai, come documentato dal famoso film di Charlie Chaplin, Tempi moderni.


 E io che avevo avuto paura che mi rifiutassero al rusco per le febbri africane, se solo se ne accorgevano caso mai mi tastassero il fegato! Ma al contrario, sembravano aver l'aria contenta di trovare dei loffi e degli infermi nella nostra mandata.
« Per quello che farai qui, non ha importanza com'è che sei conciato! m'ha rassicurato il medico esaminatore, su due piedi.
-Tanto meglio gli ho risposto io, ma sa, signore, io sono istruito e ho cominciato anche a studiare medicina una volta...»
Di colpo, m'ha guardato di brutto. Ho capito che avevo fatto un'altra gaffe, e a mio danno.
« Non ti serviranno a niente qui i tuoi studi, ragazzo! Mica sei venuto qui a pensare, ma per fare i gesti che ti ordineranno di eseguire... Non abbiamo bisogno di creativi nella nostra fabbrica. E' di scimpanzé che abbiamo bisogno... Ancora un consiglio. Non parlare mai più della tua intelligenza! Penseremo noi per te amico! Tientelo per detto. » 

Al contrario, sempre più spesso valutazioni anche importanti sono affidate a macchine, confidando sull'oggettività degli algoritmi.
Ciò riduce, però, scelte complesse a semplici valutazioni, sulla base di un ordine prestabilito ed assoluto di pesi e misure.


Nel film Io robot per esempio, ambientato in un ipotetico futuro (anno 2035, Chicago)  il protagonista, il detective Del Spooner, non si fida dei nuovi e avanzatissimi robot perchè, a seguito di un incidente, uno di questi sceglie di salvare lui lasciando morire una bambina sulla base di un calcolo delle probabilità di sopravvivenza.

Nasce quindi un dibattito etico. Può l'oggettività, così apprezzata dalla scienza, essere alla base di decisioni umane e sociali?  E' questo il futuro della macchina?

Difficile dare una risposta oggettiva riguardo a giusto e sbagliato, bene e male.
Basti ricordare come Adamo ed Eva furono cacciati dal paradiso terrestre per aver mangiato il frutto dell'albero della conoscenza del bene e del male (sempre mossi dalla brama di potere).

Certamente la meccanizzazione della mente umana, a sacrificio di creatività e umanità è altrettanto preoccupante.

Per quanto si possa sempre andare incontro con riconoscenza allo spirito oggettivo [...] da ultimo però bisogna imparare a essere cauti anche nei confronti della propria gratitudine e porre un freno all'esagerazione con la quale ultimamente vengono festeggiate la rinuncia all'io e la spersonalizzazione dello spirito come meta in sè, come liberazione e illuminazione al contempo [...]
L'essere umano obiettivo [...], il dotto ideale, in cui l'istinto scientifico, dopo mille totali e parziali insuccessi, giunge infine alla piena fioritura e all'efflorescenza, è certo il più pregiato strumento che esista: ma deve stare in mano a uno più potente. E' uno strumento, diciamo, è uno specchio: non è "fine a sé stesso".
Friedrich Nietzsche, Al di là del bene e del male, Giunti Editore, p.161

Concludendo, uomo e macchina saranno in futuro sempre più legati, ma chi asservito a chi? Potrà mai la macchina sostituire l'uomo?

N: Ma noi le controlliamo queste macchine, non avviene il contrario.
H: Be', certo che no, come potrebbero? L'idea stessa è una pura assurdità ma ti spinge tuttavia a chiederti... che cosa è il controllo?
N: È la facoltà di spegnere quelle macchine volendo.
H: Giusto, è così. Hai fatto centro, quello è avere il controllo. Se volessimo potremmo farle in mille pezzi. Prima però converrebbe valutare cosa accadrebbe alle nostre luci, al calore, alla nostra aria.
N: Noi dipendiamo dalle macchine e loro da noi. È questo il concetto consigliere?

Una macchina può fare il lavoro di cinquanta uomini ordinari, ma nessuna macchina può fare il lavoro di un uomo straordinario.
(Elbert Green Hubbard)

Un giorno le macchine riusciranno a risolvere tutti i problemi, ma mai nessuna di esse potrà porne uno.
(Albert Einstein)

A.

martedì 29 marzo 2016

Homework #9, La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Le "macchine" principali

La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Le "macchine" principali
The machine in Journey to the End of the Night: The main "machines"


Titolo originale


(Edizione Italiana)
Corbaccio
Viaggio al Termine della Notte
Louis-Ferdinand Cèline


All'interno dell'opera, cinque grandi "macchine" vengono criticate dall'autore, che mette a nudo le miserie dell’individuo della società contemporanea:




Céline, controcorrente rispetto al nazionalismo in voga in tutta l'Europa degli anni ’30, denuncia gli orrori della guerra (la prima guerra mondiale), la paura e le debolezze di chi l'ha vissuta.

Lui, il nostro colonnello, sapeva forse perché quei due là sparavano, i tedeschi forse anche loro lo sapevano, ma io, veramente, non lo sapevo. Per quanto lontano cercassi nella memoria, gli avevo fatto niente io ai tedeschi. Ero sempre stato molto gentile ed educato con loro. Li conoscevo un po’ i tedeschi, ero persino stato a scuola da loro, quando ero piccolo, dalle parti di Hannover” (p. 18)

Il colonnello era sempre lì che non faceva una piega, lo guardavo ricevere, sulla scarpata, le lettere del generale che poi strappava a pezzettini, dopo averle lette senza fretta, tra le pallottole. In nessuna di quelle c'era l'ordine secco di fermare quella vergogna? Dunque non gli dicevano dall'alto che c'era uno sbaglio? Un errore riprovevole? Un equivoco? Che si erano sbagliati? Che erano manovre per ridere quelle che avevano voluto fare, non degli assasinii! Ma no! « Avanti colonnello, siete sulla buona strada! » [...] Dunque niente errori? Quello spararsi addosso che si faceva, così, senza nemmeno vedersi, non era proibito! Quello faceva parte delle cose che si possono fare senza meritarsi una bella sgridata. Era perfino riconosciuto, incoraggiato senza dubbio da gente seria, come le lotterie, i fidanzamenti, la caccia coi cani!... Niente da dire. Di colpo scoprivo la guerra tutta intera. Ero sverginato. Bisogna essere all'incirca solo davanti a lei come lo ero io in quel momento per vederla bene la carogna, di fronte e di profilo. Avevano appena appiccato la guerra tra noi e quelli di fronte, e adesso quella bruciava! Come la corrente tra i due carboni, nella lampada ad arco. E non era vicino a spegnersi il carbone! Ci saremmo passati tutti il colonnello come gli altri, anche se sembrava un gran volpone, e la sua carnaccia non avrebbe fatto più arrosto della mia quando la corrente di fronte gli fosse passata tra le due spalle. Ci sono un sacco di modi per essere condannato a morte. (p. 21-22)

All'occhio critico dell'autore non sfugge nemmeno lo sfruttamento delle Colonie in Africa, una grande macchina per spremere dal territorio e dagli autoctoni le poche risorse presenti.

La negreria puzza di miseria, di vanità interminabili, di rassegnazione immonda; insomma proprio come i poveri da noi, ma con più bambini ancora e meno biancheria sporca e meno vino rosso intorno. (p. 162)

Il punto debole dell'Alcide, era che trafficava malgrado i regolamenti militari assolutamente contrari, con i negri della foresta d'intorno e anche con i dodici fucilieri della milizia. Approvvigionava quel piccolo mondo con tabacco di tratta, senza pietà. Quando i miliziani avevano ricevuto la loro parte di tabacco, non gli restava più un soldo da prendere, s'erano fumati tutto. Fumavano persino sull'anticipo. Questo piccolo cabotaggio, vista la rarità di numerario nella regione, danneggiava la riscossione delle imposte, sosteneva Grappa. (p. 177-178)

Anche la meccanizzazione del lavoro del "sistema fabbrica" in America viene criticata dall'autore: la disumanizzazione degli operai, ridotti a macchine, per massimizzare la produttività (attraverso la catena di montaggio alla Ford per esempio) è vista come forma di sfruttamento dei lavoratori, che risultano alienati.

E io che avevo avuto paura che mi rifiutassero al rusco per le febbri africane, se solo se ne accorgevano caso mai mi tastassero il fegato! Ma al contrario, sembravano aver l'aria contenta di trovare dei loffi e degli infermi nella nostra mandata.
« Per quello che farai qui, non ha importanza com'è che sei conciato! m'ha rassicurato il medico esaminatore, su due piedi.
-Tanto meglio gli ho risposto io, ma sa, signore, io sono istruito e ho cominciato anche a studiare medicina una volta...»
Di colpo, m'ha guardato di brutto. Ho capito che avevo fatto un'altra gaffe, e a mio danno.
« Non ti serviranno a niente qui i tuoi studi, ragazzo! Mica sei venuto qui a pensare, ma per fare i gesti che ti ordineranno di eseguire... Non abbiamo bisogno di creativi nella nostra fabbrica. E' di scimpanzé che abbiamo bisogno... Ancora un consiglio. Non parlare mai più della tua intelligenza! Penseremo noi per te amico! Tientelo per detto. » (p. 251-252)

La condizione della periferia, luogo di concentrazione del proletariato e della povertà, è analizzata ampiamente nel libro, e contrapposta alla ricchezza delle vie principali della città, sottolineando le disparità della società moderna.

In periferia, è soprattutto con i tram che la vita arriva al mattino. Ne passavano dei pacchi interi con delle intere scariche di allocchi traballanti, dal mattino presto, per il boulevard Minotaure, che scendevano allo sgobbo.
I giovani sembravano perfino contenti di andarci allo sgobbo. Acceleravano il traffico, s'abbarbicavano ai predellini, quei tesori, sghignazzando. Bisogna vedere. Ma quando conosci da vent'anni la cabina telefonica dell'osteria, per esempio, così lurida che la prendono sempre per il cesso, ti passa la voglia di scherzare con le cose serie e con Rancy in particolare. Le case ti fregano, tutte pisciose come sono, facciate piatte, il loro cuore è del proprietario. Lui non lo si vede mai. Oserebbe mica farsi vedere. Manda l'amministratore, quella carogna. Si dice però nel quartiere che è molto gentile il boss quando lo incontri. Quello non impegna a niente. (p. 267)

I ricchi non hanno bisogno di uccidere con le loro mani per mangiare. Fanno lavorare gli altri, come si dice. Il male non lo fanno loro stessi, i ricchi. Loro pagano. Si fa di tutto per piacergli e tutti sono contenti. Mentre le loro donne sono belle, quelle dei poveri sono brutte. E'  un risultato che viene dai secoli, vestiti a parte. Belle carine, ben nutrite, ben lavate. Da quando c'è, la vita non è arrivata che a questo. (p. 368)

Infine anche l'asilo psichiatrico, già introdotto nella prima parte del libro insieme alla guerra, viene presentato nella sua crudezza, più come mezzo di isolamento dei malati o come fonte di guadagno per i gestori che come effettivo strumento di cura.

Gli affari andavano ancora abbastanza bene. In quell'istituto, Parapine era non solo incaricato del servizio alienati al cinema, ma si occupava in più delle scintille. A ore precise, due volte a settimana, lui scatenava delle vere tempeste magnetiche sulla testa dei malinconici espressamente radunati in una sala tutta chiusa e tutta scura. Uno sport mentale insomma, la realizzazione di una bella idea del dottor Baryton, suo padrone. (p. 456)

Pensandoci adesso, a tutti i matti che ho conosciuto dal vecchio Baryton, non posso fare a meno di dubitare che esistano altre autentiche realizzazioni del nostro io più profondo che non siano la guerra e la malattia, questi due infiniti dell'incubo. (p. 459)


Considerando il libro nel suo insieme, se le cinque grandi macchine criticate dall'autore possono essere considerate rappresentative della notte, la dimensione del viaggio emerge invece attraverso altre"macchine" che ricorrono frequentemente nell'opera:


  • La nave ed il tram
Mezzi di trasporto per i lunghi viaggi attraverso gli oceani o per le più brevi traversate delle grandi città; questi mettono in comunicazione mondi diversi, la Francia e le colonie, la periferia ed il centro, luoghi che altrimenti resterebbero isolati.
  • L'hotel
Nella dimensione del viaggio non può mancare l'hotel, che "insegna le buone maniere" ai viaggiatori:


L'hôtel, diciamolo, è più inquietante, non pretenzioso come un appartamento, ci si sente meno colpevoli. La razza umana sta mai tranquilla e per arrivare al giudizio universale che si terrà per strada, chiaro che in hôtel uno è più vicino, Possono venire gli angeli con le trombe, arriveremo prima noi, scesi dall'hôtel. 
[...]
Difficile farsi illusioni in una camera ammobiliata. I clienti non hanno fegato. E' in punta di piedi che viaggiano sulla vita da un giorno all'altro senza farsi notare, in albergo come su una nave un po' marcia e anche piena di buchi, sapendolo bene. (p. 395)

Homework #7.6, La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Asilo psichiatrico, Vigny-sur-Seine

La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Asilo psichiatrico, Vigny-sur-Seine
The machine in Journey to the End of the Night: Psychiatric asylum, Vigny-sur-Seine


Titolo originale


(Edizione Italiana)
Corbaccio
Viaggio al Termine della Notte
Louis-Ferdinand Cèline

  • "Les affaires allaient encore assez bien. Dans cette Maison, Parapine était non seulement chargé du service des aliénés au cinéma, mais il s’occupait au surplus des étincelles. À heures précises, deux fois par semaine, il déclenchait des véritables orages magnétiques pardessus la tête des mélancoliques rassemblés tout exprès dans une pièce bien close et bien noire. Du sport mental en somme et la réalisation de la belle idée du Docteur Baryton, son patron."


Gli affari andavano ancora abbastanza bene. In quell'istituto, Parapine era non solo incaricato del servizio alienati al cinema, ma si occupava in più delle scintille. A ore precise, due volte a settimana, lui scatenava delle vere tempeste magnetiche sulla testa dei malinconici espressamente radunati in una sala tutta chiusa e tutta scura. Uno sport mentale insomma, la realizzazione di una bella idea del dottor Baryton, suo padrone. (p. 456)

Business was still pretty good. In this institution, Parapine was not only in charge of the 'insane at the cinema' service, but he was even taking care about the sparks. At specific times, twice a week, he released true magnetic storms on the heads of the melancholics, expressely gathered in a closed and dark room. A mental sport in short, the realization of a great idea of Dr. Baryton, his boss.

  • "On observait encore de longues et brusques vagues de frénésie qui venaient secouer de temps à autre les groupes d’aliénés, à propos de rien, au cours de leurs vadrouilles interminables, entre la pompe, les bosquets et les bégonias en massifs. Tout cela finissait sans trop d’histoires et d’alarmes par des bains tièdes et des bonbonnes de sirop Thébaïque."

Si notavano anche delle lunghe e repentine ondate di frenesia che venivano ad agitare di quando in quando i gruppi di alienati, per un nonnulla, nel corso dei loro interminabili gironzolamenti, tra la pompa, i boschetti e i cespugli di begonie. Tutto finiva senza troppi drammi e allarmi con dei bagni tiepidi e delle caramelle di sciroppo oppiato. (p. 459)

It was even possible to notice the long and sudden frenzy waves that were from time to time shaking the groups of alienated, for nothing, during their endless hanging around, between the pump, the groves and begonias in clumps. Everything ran out without many dramas and alarms with warm baths and thebaic syrup candies.

  • "Heureusement son Institut psychothérapique se défendait encore gentiment. Cependant pas sans mal. Les familles insatiables n’en finissaient pas de lui réclamer, d’exiger encore et toujours des plus nouveaux systèmes de cure, des plus électriques, des plus mystérieux, des plus tout… Des plus récents mécanismes surtout, des plus impressionnants appareils et tout de suite encore et sous peine d’être dépassé par la concurrence, il fallait qu’il s’y mette… Par ces maisons similaires embusquées dans les futaies voisines d’Asnières, de Passy, de Montretout, à l’affût, elles aussi de tous les gagas de luxe. Il s’empressait Baryton, guidé par Parapine, de se mettre au goût du jour, au meilleur compte bien sûr, au rabais, d’occasion, en solde, mais sans désemparer, à coups de nouveaux engins électriques, pneumatiques, hydrauliques, sembler ainsi toujours mieux équipé pour courir après les lubies des petits pensionnaires vétilleux et fortunés. Il en gémissait d’être contraint aux inutiles apparats… d’être obligé de se concilier la faveur des fous mêmes…"

Fortuna che il suo istituto psicoterapico si difendeva ancora egregiamente. Però con qualche difficoltà. Le famiglie incontentabili non la finivano di reclamare, esigere da lui ancora e sempre nuovi sistemi di cura, più elettrici, più misteriosi, più tutto... Da quelle case similari infrattate nei vicini boschi d'alto fusto di Asnières, passy, Montretout, a caccia anche loro di tutti i balenghi di lusso.
S'affrettava Baryton, guidato da Parapine, ad allinearsi alle mode, alle migliori condizioni naturalmente, sconti, occasioni, saldi, senza mai smettere, a colpi di nuovi aggeggi elettrici, pneumatici, idraulici, di sembrare così sempre meglio equipaggiati per correr dietro alle fisime dei cari pensionati cavillosi e privilegiati. Ci soffriva ad essere obbligato agli apparati inutili... d'essere costretto a guadagnarsi il favore degli stessi matti... (p. 465)


Fortunately his Psychotherapeutic Institute still held nicely. Though with some difficulty. The insatiable families never ended to demand him still and always new treatment systems, more electric, more mysterious, more everything... 
The latest machines above all, the most impressive devices, and immediately moreover, at the risk of being overtaken by the competitors, it was enough to get busy... From these similar houses ambushed in the neighboring forests of Asnieres, Passy, ​​Montretout, chasing, them also, all those luxury idiots.
He hastened, Baryton, guided by Parapine, to get updated, to the best conditions of course, discounts, bargains, sales, but never resting, a battle of wits through new electrical, pneumatic, hydraulic gadgets, thus to look always better equipped to run after the whims of the dear quirky and wealthy residents.
He suffered for being bound to useless equipment... for being forced to earn the favor of the same crazy...

  • "C’est là sur le pont qu’on venait pour écouter l’accordéon, celui des péniches, pendant qu’elles attendent devant la porte, que la nuit finisse pour passer au fleuve."

E' la sul ponte che si veniva a sentire la fisarmonica, quella delle chiatte, mentre se ne stanno ad aspettare davanti alle chiuse, che la notte finisca per passare al fiume. (p.489)

On the bridge, that's where we went to listen to the accordion, the one from the barges, while waiting in front of the locks, for the night to move to the river. 

  • "On n’est plus qu’un vieux réverbère à souvenirs au coin d’une rue où il ne passe déjà presque plus personne."

Non sei altro che un vecchio lampione di ricordi all'angolo di una strada dove non passa già quasi più nessuno. (p. 504)

You're nothing but an old street lamp of memories on a corner where there's hardly anyone passing yet.

  • "On n’y tenait pas à y passer nous à sa photo, sauf Sophie peutêtre. Mais nous voici exposés à son appareil quand même à force d’hésiter devant sa porte."

Non ci tenevamo affatto noi a farci la sua foto, tranne Sophie forse. Ma eccoci esposti lo stesso al suo apparecchio a furia di tentennare davanti alla porta. (p. 528)

We were not wishing at all to take his photo, except perhaps Sophie. But here we are, exposed the same to his device, as we kept on hesitating in front of the door.

  • "L’espèce de mitrailleuse qu’on entend en rage dans l’air de ce côté-là, par rafales, c’est seulement la moto du type au « Disque de la Mort »."

La specie di mitragliatrice che si sente rabbiosa nell'aria da quella parte, a raffiche, è solo la moto del tizio del « Disco della morte ».

The kind of machine gun that you hear, angry in the air in that direction, is just the motorcycle of the « Death Disco » guy.

  • "Elle a dû se reculer un peu sur la banquette, tout au fond. Elle devait tenir le revolver à deux mains parce que quand le feu lui est parti c’était comme tout droit de son ventre et puis presque ensemble encore deux coups, deux fois de suite… De la fumée poivrée alors qu’on a eue plein le taxi."

Lei ha dovuto ritirarsi un po' sul sedile, fino in fondo. Doveva tenere la rivoltella a due mani perché quando il colpo è partito era come diritto dal suo ventre e poi quasi insieme altri due colpi, due volte di seguito... Di un fumo acre s'è allora riempito il taxi. (p.543)

She had to back away a little on the seat, at the very bottom. She had to hold the gun with both hands because when the fire started it was like straight from her belly and then again other two shots almost at the same time, twice in a row... A peppery smoke filled then the cab.


sabato 26 marzo 2016

Homework #7.5, La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Tolosa

La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Tolosa
The machine in Journey to the End of the Night: Toulouse


Titolo originale


(Edizione Italiana)
Corbaccio
Viaggio al Termine della Notte
Louis-Ferdinand Cèline




  • "Aussitôt finies les frites, nous décidâmes qu’un petit tour en bateau, avant le déjeuner, ça nous distrairait, moi ramant bien entendu, et eux deux me faisant face, la main dans la main, Robinson et Madelon."

Così finite le patatine fritte, ci decidemmo per un giretto in barca, prima di pranzo, sarebbe stata una distrazione, io a remare, e loro due di fronte, mano nella mano, Robinson e Madelon. (p. 438)

Once finished the fries, we decided for a small boat ride, before lunch, it would have been a distraction, me at the oars, and the two of them facing me, hand in hand, Robinson and Madelon.

  • "Mais il était allongé et il s’excitait quand même sur le prix et il voulait se rendre compte à toute force et essayer de la voir la péniche qui valait si cher… « A-t-elle un moteur ? » qu’il demandait…"

Ma lui s'era sdraiato e si eccitava lo stesso sul prezzo e voleva rendersi conto a ogni costo e cercare di vederla la chiatta che costava così cara... « Ha un motore? » chiedeva lui... (p. 440)

But he was lying and still enthusiast about the price, and wanted to make himself aware by any means and tried to see the barge that was so expensive... « Has it an engine? » He asked...


Homework #7.4, La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Al teatro Tarapout

La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Al teatro Tarapout
The machine in Journey to the End of the Night: At the Tarapout theatre


Titolo originale


(Edizione Italiana)
Corbaccio
Viaggio al Termine della Notte
Louis-Ferdinand Cèline




  • "Pendant qu’elle était écroulée comme ça dans les odeurs je pensais que je m’en allais et que jamais je ne la reverrais sans doute la tante à Bébert, que Bébert était bien parti, lui, et sans faire de manières et pour de bon, qu’elle partirait aussi la tante pour le suivre et dans pas bien longtemps. [...] et on pourrait dire qu’on s’est tous rattrapés comme les boules du jeu qui tremblotent au bord du trou qui font des manières avant d’en finir."

Mentre lei s'accasciava a quel modo in mezzo agli odori pensavo che me ne stavo andando e mai la rivedrei di sicuro la zia di Bébert, che Bébert se n'era proprio andato, lui, e senza far storie e sul serio, che lei anche partirebbe la zia per seguirlo e fra non molto. [...] e si potrebbe dire che stiamo tutti aggrappati come palle di biliardo vacillanti sull'orlo della buca a far complimenti prima di cascarci. (p.385)

As she collapsed like that surrounded by the smells I thought that i was leaving and I would not have seen her again, Bébert aunt, for sure, that Bébert was gone, him, and without fuss and serously, that she also, the aunt, would have left to follow him, soon. [...] And one could say that we are all clinging like billiard balls flickering at the edge of the hole to stand on ceremony before falling in.

  • "Je n’en demandais pas tant et songeais que cinq fois par jour, répéter cette performance c’était beaucoup pour des femmes, et sans faiblir encore, jamais, d’une fois à l’autre, tortillant implacablement des fesses avec cette énergie de race un peu ennuyeuse, cette continuité intransigeante qu’ont les bateaux en route, les étraves, dans leur labeur infini au long des Océans…"

Io non chiedevo di meglio e pensavo che cinque volte al giorno, ripetere quella prestazione era molto per delle donne, e senza perdere mai un colpo come se non bastasse, da una volta all'altra, dimenando implacabilmente le chiappe, con quella energia di razza un po' noiosa, quella continuità intransigente che hanno le navi in rotta, i tagliamare, nel loro infinito faticare lungo gli Oceani... (p. 393)

I was not asking for anything better and I thought that repeating that performance five times a day was a lot for women, and tirelessly as if it was not enough, relentlessy wiggling their ass, with that breed energy a bit boaring, that uncompromising continuity which have the boats en route, the cutwaters, in their endless struggle along the Oceans...

  • "On le retrouvait de loin dans la nuit, à cause du feu en lumière grise qu’il avait au-dessus de sa porte et aux lettres brèches en or qui lui pendaient après le balcon comme un vieux énorme râtelier."

Lo ritrovavi da lontano la notte, per via del fanale a luce grigia che aveva sopra la porta e delle lettere sbrecciate in oro che gli pendevano dal balcone come un vecchio gigantesco rastrello. (l'Hotel) (p.395)

It was possible to find it from far, thanks to the gray light lantern that was over the door and to the chipped letters in gold that were hanging from the balcony like an old giant rake. (the Hotel)


Homework #7.3, La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Garenne Rancy - Periferia di Parigi

La macchina in Viaggio al Termine della Notte: Garenne Rancy - Periferia di Parigi
The machine in Journey to the End of the Night: Garenne Rancy - Paris suburbs


Titolo originale


(Edizione Italiana)
Corbaccio
Viaggio al Termine della Notte
Louis-Ferdinand Cèline


  • "Comprimés comme des ordures qu’on est dans la caisse en fer, on traverse tout Rancy, et on odore ferme en même temps, surtout quand c’est l’été." (le tramway)

Compressi a mo' di spazzatura come si è nella cassa di ferro, si attraversa tutta Rancy, e lì la puzza è grande, soprattutto d'estate. (il tram) (p. 268)

Compressed as junk in that iron box, the entiere Rancy is crossed, and there the stink is great, especially in summer. (the tram)

  • "On me fit d’abord promener à travers des laboratoires et des laboratoires à la recherche d’un savant. Il ne s’y trouvait encore personne dans ces laboratoires, pas plus de savants que de public, rien que des objets bousculés en grand désordre, des petits cadavres d’animaux éventrés, des bouts de mégots, des becs de gaz ébréchés, des cages et des bocaux avec des souris dedans en train d’étouffer, des cornues, des vessies à la traîne, des tabourets défoncés, des livres et de la poussière, encore et toujours des mégots, leur odeur et celle de pissotière, dominantes."

Prima mi fecero passeggiare attraverso laboratori e laboratori alla ricerca d'uno specialista. Non c'era ancora nessuno in quei laboratori, nè specialisti, nè pubblico, soltanto degli oggetti scompigliati in gran disordine, cadaverini d'animali sventrati, cicche di sigarette, becchi sbrecciati di gas, gabbie e barattoli con dentro dei topi che stavano soffocando, delle storte, vesciche sfuse, sgabelli sfondati, libri e polvere, ancora e sempre cicche, il loro odore e quello di lattrina, dominanti. (p. 310)

There was still no one in those labs, neither specialists, nor the public, only the messy objects in great disorder, disemboweled corpses of small animals, cigarette butts, breached gas nozzels, cages and jars with suffocating mice inside,  retorts, loose blisters, smashed stools, books and dust,  still and always cigarette butts, their smell and the toilet smell, dominant.

  • "« T’entends ? qu’il me fait Robinson. Il joue des airs d’Amérique, son phono; je les reconnais ces airs-là moi, c’est les mêmes qu’on jouait à Detroit chez Molly… »"

« Lo senti? mi fa Robinson. Suona dei motivetti americani, il fono; li riconosco quei motivetti lì io, sono gli stessi che suonavano a Detroit da Molly... » (p. 330)

« Can you hear it?  says Robinson. It's playing some American tunes, the phono; i can recognize those tunes, they are the same that they used to play in Detroit, by Molly... »
  • "La herse pendue entre deux gargouilles n’en peut plus de rouiller. C’est un passé auquel on ne touche plus. Il s’en va tout seul."

L'erpice appeso tra due colatoi continua a far ruggine. E' un passato cui non si dà più peso. Se ne va tutto solo. (p. 332)

The harrow hung between two gargoyles can't avoid to keep on rusting. It is a past which is no longer relevant. It goes alone.

  • "Mais les gens s’amusaient bien davantage dans le manège aux automobiles, des inventions récentes, à cause des espèces d’accidents qu’on n’arrêtait pas d’avoir làdedans et des secousses épouvantables que ça vous donne dans la tête et aux tripes."

Ma la gente si divertiva molto di più alla giostra delle automobili, invenzioni recenti, per quelle specie di scontri che non smettevi di avere là dentro e le scosse tremende che ti danno nella testa e nelle trippe. (p. 345)

But people get much more amused in that car carousel, recent inventions, for those kind of accidents that you can't stop to have and the tremendous shocks that it gives you in the head and guts.

  • "Le lapin avait bougé pendant qu’il attachait le pétard après la porte du clapier. Elle pendant ce temps, la vieille, elle le regardait faire de sa cagna, « aux premières loges ! » comme elle disait. Et le pétard avec toute la chevrotine lui avait explosé en plein dans la face, pendant qu’il préparait son truc, dans les yeux même."

Il coniglio s'era mosso mentre lui attaccava il petardo dietro la porta della gabbia. Lei per tutto quel tempo, la vecchia, lo guardava fare dalla sua baita, « nei palchi di prim'ordine » come diceva lei. E il petardo con tutti i suoi pallettoni gli era esploso in piena faccia, mentre che lui preparava l'aggeggio, proprio negli occhi. (p.356)

The rabbit moved while he was sticking the firecracker behind the cage door. She, the old lady, kept watching him from her chalet for all the time, "from the front row seat!" as she said. And the firecracker with all its buckshot exploded in his face, while he was preparing his stuff, right in the eyes.

  • "Tout à côté du pavillon des Henrouille besognait à présent une petite usine avec un gros moteur dedans. On en tremblait dans leur pavillon du matin au soir. Et puis d’autres fabriques encore un peu plus loin, qui pilonnaient sans arrêt, des choses qui n’en finissaient pas, même pendant la nuit."

Proprio di fianco alla villetta degli Henrouille s'arrabattava una fabbrichetta con un grosso motore dentro. Di che far tremare la villetta da mane a sera. E poi altre fabbriche ancora un po' lontane, che martellavano senza posa, cose che non finivano mai, anche di notte. (p.362)

Right next to the Henrouille house, a little factory with a big engine in it strove to stay afloat. That was shaking the house all day long. And then other factories a little further, were hammering incessantly, things that never ended, even at night.